DOTT.SSA CRISTIANA APOLLONI
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Il giudizio degli altri

9/9/2020

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Vorrei iniziare le psico riflessioni di oggi con questa frase: “la più grande prigione in cui le persone vivono è la paura di ciò pensano gli altri” di David Icke.

Il tema di oggi è appunto il giudizio, quello degli altri ma soprattutto il giudizio che riserviamo a noi stessi.

Da psicologa sono abituata a condurre le sedute, gli incontri, con molte domande, che sono poi un po’ il fulcro del mio lavoro, e pensando proprio a come trattare l’argomento di oggi, ho pensato che sia più utili all’inizio farci qualche domanda e poi passare alle riflessioni vere e proprie.

Innanzitutto, quanto mi faccio condizionare dagli altri? In quali contesti? I giudizi mi influenzano così tanto da non permettermi di agire?
E poi, che potere do ai giudizi degli altri? Se gli conferisco molto potere, perché, quindi, pesa di più il giudizio altrui, rispetto a quello che pensiamo noi, di noi stessi? Chi ci sta giudicando più duramente, noi o loro?

Le domande potrebbero essere infinte, ovviamente connesse alla situazione di ognuno, ma provate già a farvi queste che vi ho appena elencato, prima di passare alla seconda parte di questo articolo.

Spesso i giudizi ci colpiscono così duramente perché pensiamo di non meritarci certe cose, e mettiamo in discussione noi stessi totalmente, più che tenere conto solo di una piccola parte a cui è legato il giudizio.

Quando ci sentiamo giudicati è come se gli altri ci bloccassero nell’agire, ci tarpassero le ali, ma noi dobbiamo a noi stessi un valore, che ci permette di raggiungere ciò che desideriamo. A volte, però, è anche comodo nascondersi dietro i giudizi altrui, “se hanno detto che non posso farcela, che sono sbagliato” ecc, sarà così e di conseguenza non mi impegno nel modificare la mia situazione. Perché, cambiare veramente, richiede uno sforzo, e a volte permettere che i giudizi altrui ci blocchino, serve un po’ come scusa.

Bisogna rinforzarsi nel dire la propria opinione, vi ricordate il tema dell’assertività? Lo trovate nell'articolo dedicato alla comunicazione. È importante avere una comunicazione assertiva perché oltra a permetterci di esprimere quello che realmente pensiamo, senza offendere nessuno, ci aiuta a crearci anche una corazza nei confronti dei giudizi altrui. È come se ci allenassimo a credere in noi stessi, imparando a dire quello che pensiamo, senza temere le ritorsioni altrui.

Dato che i giudizi non li possiamo evitare per sempre, è necessario saperli gestire. Ecco perché il tema del “peso” dei giudizi è molto importante. Siamo noi che decidiamo che potere dare agli altri e di conseguenza anche ai loro giudizi. È innegabile che alcune persone facciano più breccia dentro di noi (famiglia, lavoro, amici), ma abbiamo sempre noi il potere di misurare il peso del giudizio. Perché la critica non dice solo qualcosa su chi è diretta ma dice molto anche su chi ha espresso quel giudizio, vi riporto qui una frase che trovo molto significativa per esprimere questo concetto: “ciò che dite sulle persone parla di voi quanto di loro”. Quindi che cosa mi dice quel giudizio che mi è stato fatto, in riferimento alla persona che lo ha espresso?

Quando veniamo giudicati riusciamo a soffermarci e chiederci perché ci viene fatto quel commento? Magari la persona dall’altra parte voleva aiutarci ma ha sbagliato il modo, lo si può quindi aiutare ad esprimere i propri concetti in maniera più funzionale. Oppure la persona quel giorno era particolarmente arrabbiata, frustrata e ha usato noi come capro espiatorio per i suoi di problemi. In entrambi i casi possiamo prendere il giudizio e guardarlo con una lente diversa rispetto alla lente che si usa di solito, ossia quella che “se mi dice che sono così è vero”. Un dettaglio di me diventa il tutto.

Temere troppo i giudizi degli altri, può diventare spesso un limite. Avete mai sentito nella vostra testa una vocina che vi ha fermato ancora prima di iniziare una cosa perché “chissà cosa penseranno di me?”

Nel mondo dei social siamo spesso nel mirino dei giudizi altrui, ovviamente dipende da quanto decidiamo di esporci. È più facile sia essere giudicati che essere giudicanti in questo mondo, perché siamo “protetti” da uno schermo. Un buon modo per gestire le critiche altrui è anche quello di allenarsi nel criticare meno, più mi disabituo nel criticare l’altro, più probabilmente vedrò le critiche che mi arrivano in maniera diversa, proprio perché siamo noi il giudice più severo con il quale poi confrontarci.

Ricordate, il giudizio può raccontare solo una piccola parte di noi, mai il tutto, sta a noi selezionare anche chi tenerci vicino che può o meno criticarci, sempre però in maniera costruttiva.
 
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