DOTT.SSA CRISTIANA APOLLONI
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Life Skills: la capacità di relazione e l'empatia

23/7/2020

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l tema di oggi sono gli altri, il modo per entrare maggiormente in sintonia con chi ci sta intorno. Parleremo di due life skills: la capacità di relazione e l’empatia.

La capacità di relazione: questa capacità racchiude un insieme di abilità che permettono di entrare in relazionarsi con gli altri in modo positivo. Permettono di capire quando si può entrare in relazione con qualcuno e mantenere tale relazione e quando invece è necessario interrompere quelle relazioni poco sane, disfunzionali e a volte tossiche.

Noi siamo animali sociali, siamo fatti di relazioni, quindi ne abbiamo bisogno. Ogni volta che si incontra qualcuno ci mettiamo in gioco, diamo e prendiamo qualcosa allo stesso tempo.

Per stare all’interno di tutto il mondo relazionale, risultano necessarie queste capacità:
  • Essere dei buoni mediatori
  • Sintonizzarsi sugli stati emotivi degli altri, creando un clima che accoglie l’altro, non respingente ed ostile
  • Uno spostamento dal proprio punto di vista a quello altrui
  • Il riconoscimento dell’altro, dei suoi valori e di conseguenza anche quello che conta per noi.


C’è uno studio condotto dall’università di Harvard, durato più di 70 anni, dedicato alla ricerca della felicità e da questo studio è emerso che il fattore maggiormente collegato ad una vita più lunga e più felice, è la qualità delle nostre relazioni, non i soldi o l’essere famosi.
​Avere delle sane e buone relazioni ci permettere di raggiungere la vera felicità. Pensiamo a quanto sia utile di conseguenza allontanarci dalle relazioni tossiche e che non ci fanno stare bene.


L’empatia: consiste nel mettersi nei panni dell’altro, essendo in grado di comprenderne i bisogni, i sentimenti e le esigenze altrui, condividendo anche l’emozione provata dall’altro. Grazie all’empatia si entra veramente in contatto con le altre persone. Questa condivisione emotiva si sviluppa in diversi livelli, non c’è solo un modo per essere empatici.  

Il primo livello è il contagio emotivo, è una condivisione immediata e involontaria. Avete presente quando un neonato incomincia a piangere e poi ad effetto domino piangono anche gli altri? Questo è un buon esempio di contagio emotivo. Un esempio più vicino alla nostra età, è l’innamoramento, non si sceglie di chi e quando innamorarsi, avviene e basta.

Il secondo livello è l’empatia egocentrica. In questo caso si tende a pensare che l’altro provi i sentimenti che proviamo noi nella stessa situazione. Vi è capitato mai di dire a qualcuno “ma dovresti arrabbiarti” oppure stupirsi perché quella persona non viva allo stesso modo una situazione che noi reputiamo piacevole/spiacevole. Ecco qui, non si è del tutto attenti a cosa prova l’altro, ma più a che tipo di situazione sta vivendo. Per questo si chiama egocentrica, perché ci si mette noi in primo piano. Ovviamene molte situazioni hanno lo stesso risultato emotivo, ma darlo per scontato rischia di farci allontanare dagli altri più che comprenderli e di avvicinarci, che è il movimento a cui porta l’empatia.

Il terzo livello è la condivisione partecipatoria, so che l’altra persona può provare una determinata emozione diversa dalla mia e lo comprendo.

L’ultimo livello è quello più “evoluto” di empatia, tanto è vero che lo sviluppiamo solo dall’adolescenza, ed è la condivisione emotiva vera e propria. Qui c’è da specificare un campanello d’allarme, perché l’eccessivo coinvolgimento emotivo può portare a dei vissuti di sofferenza, entrare troppo nelle emozioni altrui “portarsi a casa dei sentimenti non nostri” alla lunga può risultare pesante. Esempio professione medica, necessaria l’empatia per entrare in contatto con gli altri, ma se porto a casa tutta la sofferenza non riuscirei a lavorare correttamente. Un conto è comprendere e capire come sta l’altro, un altro è provare le stesse emozioni con la stessa intensità, senza avere un corrispettivo nella realtà.

Credo che un buon esempio di quando si è empatici, capita nel momento in cui una persona ha bisogno di sfogarsi e dall’altra parte siamo sempre tentati di fornirgli una soluzione, a volte sarebbe sufficiente un ascolto attivo e un sintonizzarsi con l’emozione dell’altra persona, che in quel momento ha solo bisogno di parlare senza far prevalere sempre la logica e la ragione.
​
L’empatia è necessaria al fine di rendere possibile il prendersi cura delle persone, così da motivare i comportamenti di aiuto. 

E voi, vi sentite veramente empatici? 

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