DOTT.SSA CRISTIANA APOLLONI
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PSICO-RIFLESSIONI.

Il lavoro di una psicologa è fatto di parole, per questo mi piace prendere spunto da tutto ciò che mi circonda per soffermarmi a pensare. Mi piacerebbe condividere con voi degli spunti di riflessione che incontro sulla strada del mio lavoro quotidiano. 
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Non sempre quello che ci troviamo davanti rappresenta un ostacolo, spesso può nascondersi un’opportunità
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Che strana primavera che è questa. Forse quest’anno non saremo in grado di godercela come vorremo. Ma lei è qui, non si è fermata. È arrivata per scaldarci con i suoi tiepidi raggi di sole, per riempirci gli occhi di colore e il naso di profumi. Proviamo allora a pensare a quale fiore vorremmo vedere per primo, a quale posto vorremmo vistare e soprattutto con chi. Perché “Potranno recidere tutti i fiori ma non potranno fermare la primavera.” (Pablo Neruda)
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La fase 2 è iniziata. Quali pensieri hanno caratterizzato questo nuovo periodo della nostra vita? Come affronteremo adesso il futuro? Ci sentiamo cambiati? I pensieri che abbiamo hanno una forza incredibile su di noi e sugli altri. Impariamo a maneggiarli con cura
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​Nelle ultime settimane ci troviamo in una situazione di stallo. Dipendiamo dagli eventi esterni, che ci stanno condizionando in diversi ambiti.
Esiste però sempre un margine per porci in maniera attiva invece che aspettare che le cose cambino.
Spesso, invece di agire, si attende che le condizioni migliorino, scordandosi del fatto che le condizioni migliorano proprio quando si decide di agire. Si tende ad aspettare un cambiamento esterno, e si dimentica che il vero cambiamento è possibile partendo da quello interno.
Potremmo cogliere questi momenti di pause e di inattività per riscoprire ciò che ci piace, entrare maggiormente in contatto con noi stessi, dedicare del tempo agli altri anche da lontano. Le pause (anche quelle imposte) possono avere il loro lato positivo se siamo in grado di coglierlo e accoglierlo. 

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Ogni passo, ogni nuovo percorso ci permette di conoscere una parte di noi stessi che forse prima ignoravamo. Se sappiamo accogliere le sfide, potremmo scoprire che siamo in grado di fare molto più di quanto immaginiamo. Bisogna però essere flessibili e imparare ad adattarci a nuove situazioni. Se manteniamo un atteggiamento rigido e ostile al cambiamento, se non evolviamo mai, rimarremo in una staticità,che ci farà percepire quello che ci circonda immobile. Quando, in realtà, siamo noi che abbiamo il potere di creare nuove possibilità
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Sbagliare. Capita a tutti, ma il modo di reagire è differente. C’è chi non tollera l’errore, vittima di un perfezionismo senza fine. C’è chi rimugina e ingigantisce la situazione. E c’è chi impara. Si dice che “solo chi fa sbaglia”. Il metterci in una posizione attiva ci può far scontrare con il fallimento, ma allora sarebbe meglio vivere in modo passivo? Vivere, agire, correggere il tiro e imparare. L’importante è trarre dagli errori degli insegnamenti che possono permetterci di trovare delle strategie per non commettere sempre gli stessi sbagli. Imparate anche ad essere più indulgenti con voi stessi, di errori irrimediabili ne esistono pochi. Di lezioni da imparare molte.
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Gli impegni iniziano ad accumularsi. Le ore sembrano non bastare mai. Eppure a volte ci si ostina in un progetto che non ci rende felici, in un rapporto dove i sorrisi sono sempre più rari e ci si lascia trasportare da una quotidianità in modo passivo. Diventiamo padroni del nostro tempo. Poniamoci in maniera attiva, selezionando ciò che ci migliora e chi ci fa battere il cuore. Buon inizio di ottobre.
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Sono le piccole abitudini quotidiane che ci portano grandi risultati. A quanti capita di iniziare un progetto, metterci tutte le proprie energie e forza di volontà per poi abbandonarlo poco dopo? Sarebbe meglio dedicarci a delle abitudini giornaliere che ci permettono di non sovraccaricarci, rendendo i cambiamento più semplici, così da avvicinarci sempre di più all'obiettivo che ci siamo prefissati. I cambiamenti, soprattutto quelli positivi, accadono lentamente. Trovate difficile crearvi delle nuove abitudini?
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Tutti noi abbiamo sperimentato l’ansia almeno una volta nella vita. Alcuni di noi però la considerano una condizione irrevocabile della loro esistenza. Si sentono incatenati e quando l’ansia non c’è sembra che siano in attesa che torni. Ci sono diversi modi per fronteggiare l’ansia, uno dei più tipici è l’evitamento. Se evito ciò che mi fa stare in ansia al momento proverà del sollievo, ma a lungo termine vivrò in una prigione che mi sono auto creato. Un’altra caratteristica tipica dell’ansia è il pensiero rigido. Si tendono ad avere pensieri catastrofici e che si rivelano irrazionali. Perché allora non provare a contrastarli? Iniziamo a capire da che cosa deriva veramente l’ansia, non affidiamoci solo a questo genere di pensieri che spesso ci allontano dalla realtà. Chiediamoci se sono pensieri razionali e se hanno una base nella realtà. Questo potrebbe essere un buon esercizio per imparare a gestire l’ansia. Se l’ansia dovesse sovrastarvi fate sempre riferimento a un professionista.
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“Se vado dallo psicologo sono pazzo”. Questo è uno dei pregiudizi più diffusi che si ha nei confronti della professione dello psicologo. La psicologia può aiutarci in tutti quei momenti di confusione, di difficoltà nell'intraprendere delle scelte, quando si ha bisogno di un sostegno o si è in una fase della vita nuova e complicata. Impariamo a pensare che lo psicologo può aiutarci ad avere una prospettiva diversa nei confronti dei nostri problemi e difficoltà. Le risorse sono dentro di noi, anche se a volte un po’ ingarbugliate, quindi affidarsi ad un professionista può esserci d’aiuto per mettere correttamente in fila i pensieri.
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Quanto peso diamo alle nostre parole? Quanto le controlliamo veramente? Ci lasciamo sfuggire ciò che non vorremmo dire o lasciarci andare al flusso delle parole è l’unico modo per dire veramente quello che pensiamo? Ci ascoltiamo davvero quando parliamo?
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Se voglio cambiare davvero non posso aspettarmi di stare fermo e attendere quel qualcosa che desidero profondamente e che mai ho raggiunto. I desideri e i sogni vanno rincorsi. Stare fermi aiuta poco. Se ho sempre agito in un certo modo e ho ottenuto sempre gli stessi risultati, forse varrebbe la pena di cambiare qualcosa. Se ho bisogno di nuovi stimoli, devo andarli a cercare, me li devo prendere. L’attesa che qualcosa ci capiti ci rende passivi. Proviamo invece a modificare i nostri comportamenti, a sfidarci e a uscire dalla nostra comfort zone, magari dietro una nuova porta ci sono possibilità che neanche immaginiamo. Ne apriamo una?
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Alzi la mano chi pensa che la rabbia sia un emozione sbagliata? Innanzitutto non esistono emozioni giuste o sbagliate, è il modo in cui le utilizziamo che può esserci d’aiuto o meno in una situazione. Fin da piccoli siamo stati abituati a nascondere la nostra rabbia, e quando teniamo dentro le nostre emozioni queste trovano sempre altre strade per ricordarci che esistono. Spesso si teme anche il giudizio altrui: “non mi arrabbio perché non voglio far sapere chi o che cosa genera la mia rabbia”. Dobbiamo ricordarci che la rabbia ha i suoi aspetti positivi se impariamo a conoscerla. Può aiutarci a raggiungere degli obiettivi, e a migliorare una situazione che non ci piace. Ci permette inoltre di comunicare agli altri se qualcosa è ingiusto e ci apre al confronto. Inoltre ci aiuta a conoscere noi stessi e i nostri limiti. Insomma, impariamo a legittimarci ad esprimere in modo consapevole la rabbia. Se ciò non avviene, potremmo provare a lavoraci insieme.
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Se abbiamo un obiettivo in testa, non possiamo pretendere di raggiungerlo immediatamente. Ci creiamo spesso degli obiettivi irraggiungibili, andando ad alimentare un senso di inadeguatezza che pensiamo ci appartenga. A volte crearsi delle aspettative troppo elevate ci permette di rifugiarci e non sforzarci veramente nel cambiamento, perché per ottenere un vero risultato bisogna essere pazienti e spostare un sassolino alla volta. Siamo una società costruita immediatezza, la rapidità e cerchiamo di escludere tutto ciò che sia faticoso. Sono il lavoro quotidiano e il tempo i nostri preziosi alleati.
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Nessun luogo ci donerà serenità se prima non la troviamo dentro di noi.
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Quando ci poniamo un obiettivo a volte il risultato sembra talmente lontano da bloccarci e farci arrendere in partenza. Impariamo a fare un passo alla volta, costruiamo giorno per giorno e vedremo sempre più vicina la nostra meta.
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Per me il tempo ha sempre avuto un ruolo centrale. Come tutte le cose però non deve diventare un'ossessione. E voi, vi soffermate mai a pensare che valore date al vostro tempo?
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"La vita è fatta per il 20% da quello che ti accade e per l’80% da ciò che tu te ne fai di quello che ti capita"
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E voi, vi date più limiti o più possibilità?
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Scegliere. A volte lo facciamo ad occhi chiusi. Altre volte ci sentiamo paralizzati. Il tema della scelta è complesso e affascinate. Siamo noi a decidere dove andare. Prendiamoci dei momenti per conoscerci di più e comprendere ciò che veramente volgiamo, così da rendere le nostre future scelte più consapevoli.
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Quante volte avete aspettato il momento giusto? Quante volte vi siete "buttati"? E se il momento giusto non arrivasse mai, aspettate o saltate? Lavorare sulle emozioni che proviamo può essere un modo efficace per aiutarci a creare il nostro momento giusto, senza rimanere passivi ad aspettarlo.
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Lo stress vi paralizza? Avete sempre lo stesso pensiero che rimbomba in testa? Non trovate soluzioni per uscirne? Imparare a trovare uno scopo sottostante allo stress gli donerà un altro significato.
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Nell'era dei Social siamo costantemente sottoposti al giudizio altrui. Le critiche e le opinioni degli altri vi condizionano profondamente?
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